Diario di un impiegato #2

Diario di un impiegato #2

Recarsi al lavoro, come tutte la mattine, a piedi dalla stazione Garibaldi passando per il quartiere Isola, alle 7,30.

Milano immobile, depressa, pochi pensionati che fan fare pipi ai cani e il loro liquido organico si staglia sui marciapiedi assumendo forme che assomigliano ad un’ astronave dal corpo piccolo e lunghe gambe pronte a toccare terra che sono i due rigagnoli della pipi che scendono dal marciapiedi verso la strada.

Qualche filippino o cinese prepara cibi e bevande nei pubblici esercizi, uomini di colore sono già in giro ascoltando musica, già aperti i parrucchieri e quelli dove si ricostruiscono le unghie.

I palazzi di Milano sono ormai irrimediabilmente devastati dai graffiti, per qualcuno e’ arte, per me e’ schifezza realizzata da gente che andrebbe arrestata.


Vedo loro, figlio e mamma, sigaretta sempre in bocca. Problematici?

Transito davanti ad un bar e la ragazza che esce con la colazione servita sul vassoio perde un paio di bustine di zucchero, mi colgo a raccogliere, lei prende e mi ringrazia senza guardarmi.

Stormi di piccioni a caccia di qualche briciola ti sfiorano.

Poi passo davanti al consolato generale del Marocco , le facce cambiano,un po’ di uomini e un paio di donne velate.

Il loro bar ha la televisione accesa sempre su un unico canale e diffonde le solite immagini della Mecca, la pietra nera venerata dagli islamici che le girano attorno.

Sono immagini rutilanti, fissità senza tempo, ossessiva per noi.

RIKI

(E mi chiedono .." ma per arrivare li' vicino a dove lavori tu, che strada devi fare? che vie devi percorrere? io mi confondo, faccio fatica a ricordarmi i nomi delle strade, e' dura ricordarmi i negozi dove sono, le banche, gli edifici di riferimento. Io quando cammino guardo solo il cielo sopra di me e le persone.)

impiegato

 

immagine da web

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